La Top 5 dei calciatori della 22ª giornata di Serie A

Lo Spezia festeggia il 2-0 contro il Milan
Lo Spezia festeggia il 2-0 contro il Milan / Gabriele Maltinti/Getty Images
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Mister 300 gol e i due enfants du pays saliti agli onori delle cronache. Questo lo strano menu dei protagonisti della terza di ritorno. Era impossibile solo otto mesi fa immaginare che Romelu Lukaku da una parte e Giulio Maggiore e Simone Bastoni dall'altra sarebbero stati i volti di una stessa giornata di Serie A. Un bomber seriale di fama mondiale e due ex sconosciuti prodotti del vivaio di una matricola data da tutti per spacciata al debutto in Serie A. E invece è andata proprio così e poco importa se, nominalmente, nella nostra Top della settimana non compaiono i due marcatori che hanno steso il Milan, ma un altro talento degli Aquilotti e soprattutto il loro allenatore, quasi pronto a planare sulla panchina di una big. Magari una di quelle che hanno vinto in questo fine settimana...

1. Amir Rrhamani (Napoli)

Amir Rrahmani
Amir Rrahmani / Francesco Pecoraro/Getty Images


Il protagonista più inatteso. Il Napoli doma la Juventus non grazie al calcio creativo che ama Gattuso, ma il momento era quello che era e non si poteva guardare per il sottile. L’emergenza in difesa induceva pessime sensazioni e invece l’ex Verona sfodera una delle migliori prestazioni della carriera. Contro Udinese e Atalanta era stato da horror, al cospetto di Ronaldo e compagni invece non sbaglia nulla mostrando il valore che gli era riconosciuto al Verona. Perfetto e coraggioso negli anticipi come nelle letture delle azioni più difficili riesce anche a impostare a testa alta e brilla per senso della posizione. È anche protagonista dell’azione decisiva, anche se in maniera fortuita. E un po' spettacolare...

2. Romelu Lukaku (Inter)

Romelu Lukaku
Romelu Lukaku / Jonathan Moscrop/Getty Images

L’occasione è di quelle importanti, perché Romelu non sarà un attaccante “schiavo” delle cifre come un Pippo Inzaghi qualunque, ma arrivare a 300 reti in carriera alla vigilia della disfida con l’amico Ibrahimovic e al contempo agganciare Cristiano Ronaldo in vetta alla classifica marcatori è una bella, doppia coincidenza. Il tutto nella settimana che proietta l’Inter da sola in testa alla classifica, per la prima volta dal dopo Triplete nel girone di ritorno. I due gol alla Lazio non sono certo i più belli della carriera, un rigore e una rete di rapina dopo un rimpallo in area, ma esserci è un merito. Devastante come gli è consueto nell’azione che spedisce in porta Lautaro per il gol della sicurezza. La sfida ai due giocatori da copertina del campionato è lanciata.

3. Kevin Agudelo (Spezia)

Kevin Agudelo
Kevin Agudelo / Alessandro Sabattini/Getty Images

Di maglie in Italia ne ha già cambiate ben tre, nonostante la giovane età, compresa quella di una Fiorentina oggi piena di giocatori con le sue caratteristiche, ma che non l’ha saputo capire. Non così Vincenzo Italiano, uno che evidentemente sa riconoscere il materiale a disposizione. Grezzo, ma neppure troppo, visto che si sta parlando di un jolly partito come mediano davanti alla difesa, evolutosi in mezzala ed ora diventato attaccante esterno dall’enorme duttilità. Contro il Milan brilla tutto lo Spezia, da un Ricci inesauribile come schermo di Calhanoglu, ma apprezzabile anche in costruzione, al giovanissimo capitan Maggiore, prodotto del vivaio incursore d’oro, ma il colombiano merita una menzione in più per come ha saputo interpretare il ruolo di falso centravanti. Con il suo spaziare continuo manda in tilt Romagnoli e Kjaer, alternando movimenti incontro ad attacchi alla profondità. Emblematico che il primo gol arrivi da un suo recupero palla.

4. Luis Muriel (Atalanta)

Luis Muriel
Luis Muriel / Emanuele Perrone/Getty Images

Quinto gol da subentrante in stagione per il colombiano, tornato in panchina dopo aver brillato, pur senza segnare, nella semifinale di ritorno di Coppa Italia. A Cagliari, però, per la prima volta dall’inizio del campionato, la rete dell’ex di Samp e Fiorentina è decisiva per il risultato finale. Non solo quindi devastante negli spazi con le difese avversarie aperte, ma anche imprescindibile apriscatole. Lo slalom che lo vede saltare in agilità mezza difesa dei rossoblù è una sciccheria e arriva pochi minuti dopo il gran assist per l’amico Zapata, che aveva colpito la traversa. Con la sua vena l’assenza del Papu fa meno paura. E non fa stare tranquillo Zidane

5. Fabio Quagliarella (Sampdoria)

Fabio Quagliarella
Fabio Quagliarella / Paolo Rattini/Getty Images

Al netto dell’inevitabile necessità di rifiatare alla luce della carta d’identità, resta difficile da spiegarsi perché il bomber stabiese stia passando tanto tempo in panchina in questa stagione. Contro la Fiorentina impiega cinque minuti per trasformare la rabbia in energia positiva per la squadra e segnare l’ennesimo gol dell’ex della propria carriera, anche se il suo passato in viola è ormai ingiallito e risale addirittura ai tempi della C2 della Florentia. Sarà anche stato riposato, ma vederlo sgommare in pochi secondi da una parte all’altra del campo per avviare l’azione rifinita da Candreva e trasformarla nel gol della vittoria e della salvezza virtuale per la squadra non può che lasciare a bocca aperta.

6. Allenatore: Vincenzo Italiano (Spezia)

Vincenzo Italiano
Vincenzo Italiano / Gabriele Maltinti/Getty Images

Gli spetterebbe la copertina assoluta della giornata, ma per sua sfortuna non ci sono altri allenatori che si sono messi in luce… Al termine di quella che lui stesso ha definito la miglior serata della propria carriera da tecnico arriva lo scalpo del Milan, fatto letteralmente a pezzi sotto tutti i punti di vista. Il suo calcio totale fatto di tecnica, ritmo e la giusta dose di tattica, senza però svilire le qualità dei singoli e soprattutto snaturare le caratteristiche di una piccola, annichiliscono Pioli a livello di ritmo e di idee tattiche. Poco dopo la boa di metà campionato si trova con 24 punti e un mucchio di giocatori valorizzati o meglio scoperti dal nulla. Lo Spezia ha appena cambiato proprietà e magari punterà in alto nella prossima stagione, ma l’allenatore italo-tedesco sarà quasi sicuramente su un’altra panchina, inevitabile approdo di una carriera partita con la stigmate del predestinato già dai tempi di Trapani.


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