La Top 5 dei migliori calciatori della 23ª giornata di Serie A
La quarta di ritorno va in archivio con il forte sospetto che si sia trattato di una di quelle giornate che torneranno utili quando ci sarà da fare il bilancio della stagione. Il tentativo di fuga dell'Inter è ovviamente il tema del weekend, ma non vanno sottovalutate la frenata della Roma, il nuovo crollo del Napoli e la conseguente conferma ad alti livelli dell'Atalanta e l'affidabilità della Lazio. Insomma, notizie importanti tra corsa allo scudetto e ai primi quattro posti e i simboli delle squadre più in forma popolano la nostra Top. Nulla di definitivo, comunque, perché adesso la parola torna alle Coppe. Tocca a Lazio e Atalanta, oltre che a Milan e Napoli, chiamate a prendersi il passaggio del turno in Europa League. In una settimana in cui toccherà alla Juve stare a guardare, oltre all'Inter, che i fastidi infrasettimanali li ha dimenticati da tempo...
1. Lautaro Martinez (Inter)
Difficile scegliere tra il Toro e il suo gemello del gol. Non resta che affidarsi alle sfumature, così Lukaku “paga” il gol sbagliato a tu per tu con Donnarumma all’inizio del secondo tempo. Non è certo un peccato grave, considerando l’assist del primo tempo e il punto che chiude la gara già a metà ripresa, ma l’argentino si guadagna la copertina di giornata grazie al ritrovato feeling con il gol che torna a valorizzare ciò che non è mai mancato, ovvero il gran lavoro per la squadra nel pressing alto e anche nel recupero di tanti palloni fin quasi a centrocampo. Letteralmente inesauribile, il suo primo in avvio è quello che orienta la partita dando la svolta tatticamente.
2. Cristian Romero (Atalanta)
Ci sarebbe da esaltare la vena da bomber di Muriel o lo strapotere di Zapata, due che non fanno star tranquillo Zidane in vista della sfida di Champions, ma facciamo un omaggio a Gasperini (che pur non se lo meriterebbe per il suo nervosismo eccessivo…) e premiamo il simbolo della fase difensiva della Dea quasi perfetta che schianta il Napoli. Dopo il gol al Milan il difensore argentino conferma di vivere una stagione d’oro: sempre più sicuro e sempre meno falloso negli anticipi, Osimhen è spazzato via e la rete del 4-2 è il sigillo a un altro pomeriggio super.
3. Samir Handanovic (Inter)
Una delle “regole” non scritte della nostra Top settimanale è quella di non inserire più di un giocatore per squadra, ma il peso specifico dei tre punti raccolti dall’Inter nel derby e il tipo di prestazione, con quel mix di atletismo e cinismo che tanto piace a Conte, ci impone un’eccezione. Del resto l’asse di una squadra è storicamente su un portiere insuperabile e uno o più attaccanti che segnano, ancora di più se, come nel caso dell’Inter, manca un regista di ruolo. Ecco allora Super Handa, a lungo inoperoso, ma protagonista di tre minuti “esagerati”. Vero è che per un portiere è relativamente facile fare interventi di livello in rapida successione, sulla spinta atletica e dell’adrenalina, ma la tripla respinta sui due colpi di testa di Ibrahimovic e sul missile di Tonali rappresentano il paradigma di un giocatore decisivo, capace di non vedersi a lungo, ma di farsi trovare pronto nel momento decisivo.
4. Luis Alberto (Lazio)
Lo spagnolo scalda il motore in vista di una delle partite più importanti della carriera, magari una di quelle che può convincere Luis Enrique a portarlo all’Europeo. D’accordo, la continuità non sarà il suo forte, ma non è da tutti interpretare il ruolo di mezzala in una squadra votata all’attacco, ma con una mentalità piuttosto difensiva. Insomma, bisogna correre, inventare, inserirsi e all’occorrenza ripiegare. E solo se avanza tempo, dispensare giocate di qualità. In una stagione che lo vede più realizzatore che assist-man, il Mago decide la partita contro la Sampdoria con un pezzo di bravura, ma non fa mancare il proprio apporto durante tutto il resto della partita, fino a quando Inzaghi non decide di risparmiarlo.
5. Gaetano Castrovilli (Fiorentina)
Escluso dalla formazione titolare appena per la seconda volta in stagione, a differenza di quanto accadde a Bergamo lo scorso contro lo Spezia Prandelli è una pura scelta tecnica, al termine di una fase di appannamento dell’ex Cremonese. Il talento pugliese, evidentemente punto nel vivo, si conferma una delle promesse più fulgide del calcio italiano disputando 45 minuti di altissimo contenuto tecnico ed agonistico. Sembrava rassegnato a un turno di riposo, invece, entrato al posto dell’infortunato Bonaventura si fa trovare pronto cambiando letteralmente il volto della squadra e l’esito della partita: suo l’assist per Vlahovic, poi ecco il gol di classe e potenza per il raddoppio e il recupero palla per l’azione del tris.
6. Allenatore: Antonio Conte (Inter)
Una delle sue giornate migliori sulla panchina nerazzurra. Il +4 non è (ancora) sinonimo di scudetto, ma se la sua squadra, senza più altri impegni fuorché il campionato, saprà mantenere questa intensità è facile prevedere che la concorrenza dovrà arrendersi forse già prima delle battute conclusive della stagione. Quella che doma il Milan è un’Inter in pieno Conte style: ritmo, cinismo nel trasformare le occasioni create, concentrata in fase difensiva e sempre molto corta. Perfetto nelle scelte iniziali di Eriksen e Perisic e anche nelle sostituzioni.
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