Tutti i fattori della rinascita del Manchester United: non solo l'addio di CR7
È difficile appore una data di inizio veritiera al processo Erik Ten Hag, capace di rivoluzionare il Manchester United a diversi mesi dalla sua prima panchina oltremanica. I red devils hanno riassaporato la libertà di festeggiare un trofeo (Carabao Cup) dopo l'ultimo con José Mourinho, vedono nitida la vetta della Premier, sono ai Quarti di Finale di FA Cup e hanno da poco eliminato la squadra più forte presente in Europa League, il Barcellona.
Eppure le premesse erano tutt'altro che buone. Le sconfitte inaugurali in Premier contro Brighton e Brentford, alle quali si era anche aggiunta quella nel girone di EL contro la Real Sociedad, inducevano alla frase ormai considerata garantista "serve del tempo al nuovo allenatore". Invece, mai come in questa occasione, quella frase corrispondeva alla realtà. Il Manchester United ha perso ancora e poi, dopo il Mondiale, non ha perso praticamente più, dimostrandosi tra le compagini più in forma di tutta Europa.
L'addio di Cristiano Ronaldo e l'esplosione di Rashford
L'intervista con Piers Morgan ha sancito il suo definitivo addio al Manchester United e al calcio in Europa. Dopo il deludente Mondiale in Qatar con il Portogallo, Cristiano Ronaldo ha scelto l'Al Nassr dove ha ritrovato sè stesso dal punto di vista delle prestazioni sportive, lasciando però un vuoto nell'attacco dei red devils. Come capita spesso, il ruolo di leader realizzativo della squadra non è stato affidato al nuovo arrivato (Weghorst), ma l'ha ereditato un calciatore che finalmente sembra essere aver raggiunto livelli mai toccati prima.
Sono 25 i gol e 9 gli assist stagionali finora di Marcus Rashford (in 39 partite) divisi in questo modo: 7 gol pre Mondiale, 18 post Qatar. Che sia scattato qualcosa durante l'avventura con l'Inghilterra è sicuro, che abbia trovato una situazione tattica differente al suo ritorno a Old Trafford anche. Una media impressionante che lo rende l'assoluto trascinatore del Manchester United. A 25 anni le sue qualità sono esplose tutte insieme e si è proposto con forza come stella della sua squadra.
Ha steso in ordine Nottingham Forest, Wolverhampton, Bournemouth, Manchester City, Crystal Palace, Leeds e Leicester in Premier League; eliminato il Barcellona dall'Europa League, l'Everton dalla FA Cup, Aston Villa, Burnley, Charlton e ancora Nottingham Forest dalla EFL Cup, dove ha deciso anche la Finale contro il Newcastle che ha regalato la coppa ai red devils.
È lui l'emblema della rivoluzione Ten Hag, il calciatore più migliorato dall'arrivo del tecnico olandese in panchina, ma non l'unico.
Acquistare bene
Di questi tempi è facile trovare il paragone negativo (Chelsea) rispetto al quale gonfiare il busto ed ergersi come squadra intelligente sul mercato. Non che il Manchester United abbia rinunciato a mettere mano al portafoglio nell'ultimo anno, tutt'altro. L'ha fatto, ma sembra averlo fatto bene, con criterio.
C'erano tanti nomi da sostituire nella sessione estiva considerando le partenze di Pogba, Mata, Matic, Lingard e Cavani a titolo gratuito. Per sostituirli la dirigenza dei red devils si è affidata alle scelte del tecnico Ten Hag che sono ricadute su calciatori provenienti dal campionato olandese (Tyrell Malacia, Antony e Lisandro Martinez) oltre a due campioni della caratura di Casemiro e Christian Eriksen. In inverno hanno firmato anche Wout Weghorst e Marcel Sabitzer che hanno già avuto modo entrambi di incidere nel percorso della squadra.
Lisandro Martinez si è caricato sulle spalle il ruolo di leader difensivo, Casemiro ha portato solidità e stabilità a un centrocampo che alternava coppie diverse fino al suo arrivo, Eriksen ha fatto collante perfetto tra mediana e attacco (tra i pochi a parlare la stessa lingua di Bruno Fernandes) e Antony ha introdotto quella fantasia e spensieratezza che mancava nel reparto offensivo. Weghorst e Sabitzer si sono presentati come nuove soluzioni che durante le lunghe stagioni delle squadre inglesi sono sempre più fondamentali.
De Gea è di nuovo tra i migliori portieri in circolazione, Shaw una certezza, Varane ha migliorato la sua condizione e un Fred così non si vedeva da anni. Dopo diversi mesi fuori anche Sancho è tornato con forza nelle rotazioni dei titolari, Bruno Fernandes non ha mai abbassato il livello del suo rendimento, con la giovane novità Alejandro Garnacho che ha iniziato a brillare con costanza, mettendo a referto statistiche simili alla prima stagione di Cristiano Ronaldo con la maglia del Manchester United e gol pesanti (come l'ultimo al 90° per eliminare il West Ham dalla FA Cup).
No, l'argentino difficilmente raggiungerà livelli di carriera simili al portoghese, ma è la dimostrazione di quanto a volte sia importante puntare sul proprio talento in rosa. Ten Hag ha attuato una rivoluzione mirata, spendendo tanto, ma per pochi interpreti, e rivalutando giovani ed esperti già presenti nel club. Siamo nella fase di annebbiamento, nella quale ogni singola situazione sembra perfetta e ogni giocatore al posto giusto. Probabilmente non andrà così per tutta la stagione, ma se lo United è arrivato a questo punto è grazie a una sequenza di scelte azzeccate, a volte impopolari, che lo stanno premiando.
Una delle sliding doors del 2022 riguarda proprio la questione Cristiano Ronaldo. La scelta di fare un passo oltre il portoghese in un periodo in cui il calciomercato era chiuso si è rivelata ottima per i red devils. Il monte ingaggi si è allegerito e Rashford si è candidato come erede al trono proprio di CR7. I tifosi del Manchester United sono finalmente all'inizio di un nuovo ciclo che porterà tanti trofei o finirà tutto in breve tempo come capitato ai precedenti successori di Sir Alex Ferguson?