Tutto sul West Ham: rendimento e caratteristiche degli avversari della Fiorentina
Il tempo scorre, la data si avvicina e la tensione sale. Firenze ribolle nell'attesa della Finale europea che aspetta da agosto, della sfida che generazioni di tifosi non hanno mai vissuto e attendono con ansia. Il 7 giugno, alla Fortuna Arena di Praga, si giocherà Fiorentina-West Ham, ultimo atto della Conference League 2022-23.
Chi vincerà otterrà il pass per la prossima Europa League. Ottimo, certo, ma non il motivo principale per inseguire questo risultato, nonostante un campionato non all'altezza della precedente stagione. L'ultimo e unico successo internazionale di entrambe le squadre risale agli anni 60, in Coppa delle Coppe (Fiorentina 1961 e West Ham 1965). Il counter di una delle due verrà presto azzerato e i bookmakers non evidenziano una favorita netta. Quali sono le caratteristiche principali degli hammers e come è andata la stagione degli inglesi?
Pericolo Championship
Torniamo per un attimo all'estate precedente, bollente dalle parti di Londra e, più in generale in Premier League. Il campionato inglese abbatte il muro dei 2 miliardi per il costo dei cartellini e il West Ham si comporta da Top Club, posizionandosi soltanto alle spalle di Chelsea e Manchester United per denaro investito. A Londra arrivano tanti giocatori per quasi 200 milioni di euro. Sbarcano Scamacca, Paquetá, Aguerd, Cornet ed Emerson, viene riscattato Areola, arrivano anche Kehrer e Downes, con Dannny Ings che si legherà agli hammers soltanto a gennaio.
Le aspettative salgono, ma i sabati e le domeniche di Premier League sono estremamente deludenti. Nelle prime 8 di Premier David Moyes ne perde 6, sprofondando nelle parti basse della classifica. Una leggera risalita e una sonora ricaduta: è questo l'andamento degli hammers nella massima serie inglese. Il West Ham ha troppi problemi a segnare in relazione a quanto ha investito per compiere il salto di qualità e non riesce a riscoprire la sua solidità nonostante i tentativi di cambio modulo del tecnico scozzese.
Lo spettro della Championship accompagna Paquetá e compagni fino alle giornate finali, in cui il West Ham si scuote e raggiunge quota 40 punti. Nel bilancio finale si contano soltanto 11 vittorie, 7 pareggi e ben 20 sconfitte, una delle due facce della medaglia. Salvezza conquistata, ma tanti punti interrogativi che si sollevano su cosa sia successo nella Premier League appena conclusa.
L'Europa perfetta
Alla Premier risponde un percorso in Europa perfetto, e non è una sorpresa. La squadra di Moyes è tra le favorite fin dall'inizio e non ha problemi a eliminare il Viborg nella doppia sfida di qualificazione disputata ad agosto. Poi il girone perfetto con Basilea, Anderlecht e Silkeborg, stravinto con 6 vittorie e 18 punti su 18, e una fase a eliminazione diretta ancora senza sconfitte. Sei reti all'AEK Larnaca tra andata e ritorno, cinque al Gent e tre all'Az Alkmaar.
Un rullo compressore nella Conference League. In 14 partite disputate gli hammers sono riusciti a conservare l'imbattibilità vincendo 13 sfide e pareggiandone soltanto una (Gent). Non hanno incontrato nessuna squadra di livello superiore, o almeno simile, ma non è un discorso che toglie meriti a quanto di buono raccolto nel percorso europeo che si completerà il prossimo 7 giugno.
Punti di forza e punti deboli
I punti di forza non mancano a una rosa che in estate è stata migliorata per 200 milioni di euro e che, guardando ai valori di mercato transfermarkt, vale approssimativamente il doppio della Fiorentina. I valori in campo però, presi come unico aspetto, non sono ovviamente esaustivi e ai viola non mancano le armi per portare a casa il trofeo.
Il West Ham ha scoperto se stesso nella parte finale di stagione e, guardando gli undici, è una squadra che con la Conference League ha poco a che fare. In porta (in Conference League) c'è Areola, con l'altro ex PSG Kehrer che dovrebbe operare a destra e Cresswell a sinistra. L'imponente coppia di centrali ce proverà a contenere Cabral è invece composta da Zouma e Aguerd; la mediana a due del 4-2-3-1 di Moyes è forse il reparto più solido degli hammers con il giovane esperto capitano Declan Rice e Tomas Soucek, al suo fianco. Trequarti brillante per fantasia e agilità con Lucas Paquetá in zona centrale, Benrahma a sinistra e Bowen a destra, a sostegno dell'unica punta Michail Antonio.
Scamacca è out per infortunio, ma a gara in corso non mancano le soluzioni nell'arco di Moyes per provare a cambiare il parziale. Ci sono Downes, Lanzini e soprattutto Fornals a centrocampo, Cornet e ovviamente Danny Ings in avanti.
La formazione tipo del West Ham (4-2-3-1): Areola; Kehrer, Zouma, Aguerd, Cresswell; Rice, Soucek; Bowen, Paquetà; Benrahma; Antonio. All. Moyes
Che siano opzioni valide in una gara così delicata lo scopriremo a breve. Alcuni nomi del West Ham sono sul radar dei Top Club e la prima impressione, guardando la probabile formazione è che l'undici sia leggermente superiore a quello della Fiorentina. Tuttavia la squadra di Italiano ha imparato ad affrontare e dominare avversari al livello e anche più forti. Ha alle spalle l'esperienza recente di una Finale contro l'Inter e un'idea di gioco interessante e concreta con la quale può mettere in difficoltà chiunque. Quale aspetto sarà più determinante nell'attesa sfida del 7 giugno?