Romero: "La Juve è la Juve ma non voglio far panchina. Scontro con Bonucci? Vi spiego"

Cristian Romero
Cristian Romero / Gustavo Pagano/Getty Images
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Cristian Romero, difensore centrale dell'Atalanta si è raccontato ai microfoni di SportWeek. Il giocatore dell'Atalanta ha parlato della Juve (è in prestito con diritto di riscatto per la Dea), del ritiro fatto con i bianconeri, dello scontro verbale con Bonucci in finale di Coppa Italia e di molto altro ancora.

Bonucci ha detto che stavo muto?

"Ha ragione, sono uno che parla poco anche adesso. Mi piace far parlare il campo. Non c’era niente da chiarire. Sono cose che nascono e muoiono al momento. Anzi, mi ha fatto i complimenti per la qualificazione in Champions conquistata con l’Atalanta".

Cristian Romero
Cristian Romero / Jonathan Moscrop/Getty Images

La Juve

"In estate, prima di trasferirmi a Torino,mi sono confrontato parecchio con Dybala, che è argentino comeme. Poi, nelle tre settimane che sono rimasto in ritiro con la Juve, ho legato soprattutto con lui, Danilo, Chiellini e Bentancur. Con loro ho parlato, sì. Ma quando sono arrivato a Bergamo ho capito subito che l’ambiente era molto diverso rispetto alla Juve. Qui ci sono parecchi giovani, lo spogliatoio è formato da ragazzi semplici che ti fanno sentire subito uno del gruppo".

L'estate alla Juve?

"L’estate scorsa la Juve ha cambiato allenatore e ho capito che sarebbe stato difficile restare: ci speravo, ma c’erano tanti difensori centrali, gente con un grande nome: Bonucci, Chiellini, De Ligt… Ho chiamato Ciro Palermo, il mio agente, e gli ho detto, più o meno: 'Qui non c’è spazio per me, cerchiamo un’opzione da qualche altra parte, non voglio stare fermo e perdere un anno'. A me non serve giocare cinque o sei partite a stagione. Sono giovane, per crescere ho bisogno di giocare. La Juve è la Juve, ma non voglio rimanere in panchina".


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