Jorginho: "Occhio al Belgio ma hanno punti deboli. Pallone d'Oro? La priorità è vincere con la squadra"

Jorginho in conferenza stampa
Jorginho in conferenza stampa / Claudio Villa/Getty Images
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Il centrocampista dell'Italia e del Chelsea, Jorginho, è stato l'azzurro protagonista della quotidiana conferenza stampa da Coverciano. Il calciatore della Nazionale ha parlato degli Europei, del Belgio e di tanto altro ancora.

Ecco le sue parole:

Mancini?

"Crede in noi e lo sentiamo: ci trasmette fiducia, ci fa sentire forti e questo ci dà una grossa mano anche sul campo. E' sempre stato vicino al gruppo lungo tutto il percorso, lo sta facendo molto bene".

Pallone d'Oro?

"Non ci penso, tutto quello che accade è solo conseguenza del lavoro che viene svolto. La mia priorità, sinceramente, è pensare al gruppo che viene prima di tutto: gioire insieme ai compagni e agli amici è più bello che gioire da solo".

Quali sono gli errori da non fare?

"I ragazzi sono consapevoli che in questo percorso non si può sbagliare, l'errore sarebbe pensare di aver fatto qualcosa di grande. Sanno che bisogna lavorare sempre, ancora di più, per raggiungere grandi cose servono sacrifici: il cammino è giusto, serve stringere i denti e lo stiamo facendo. Ogni volta che vinci devi essere felice, si lavora per quello".

Allenatore in futuro?

"Non lo so, potrei farlo, ma quando inizi a fare l'allenatore non hai più vita privata. Vedremo".

Il Belgio?

"Bisogna rispettare la prima del ranking. Tutti hanno punti deboli, fossi l'allenatore cercherei i loro punti deboli e vorrei evitare i loro punti di forza".

De Bruyne?

"Mancini non mi ha chiesto consigli a riguardo, è lui l'allenatore. Da un lato non so se sia bello o no vederlo più volte... Fa la differenza, ha un'intelligenza calcistica di altissimo livello, sopra il normale. Cercare di fermarlo è dura, trova sempre spazi. Un modo è quello di limitarlo tra le linee, dobbiamo limitare i suoi cross tra portiere e difensore: quando mette lì quei palloni forti è pericoloso. Non gli va dato tempo di girarsi".

Jorginho
Jorginho / Quality Sport Images/Getty Images

Il prototipo del calciatore nel 2021?

"Sta all'allenatore capire le caratteristiche dei calciatori che ha di fronte: se hai giocatori più fisici non puoi chiedere loro di giocare in un modo che non è loro, deve essere bravo il tecnico a capire quel che vuole dai giocatori".

L'inno?

"In quel momento mi vengono in mente tanti pensieri, tanti ricordi, del percorso che ho fatto. Ogni volta che lo canto, mi viene naturale farlo - riporta calciomercato. com - Lo sento tanto: rappresentare l'Italia è qualcosa di grande e lo sento dentro".

Chiellini e Bonucci contro Lukaku: chi vince?

"Devo rispondere? Dico Chiellini e Bonucci, due contro uno...".

Le big eliminate?

"Se non ci credi prima di giocare, perché giochi? Devi farlo, non serve mettere tutti i sacrifici che fai. Il Belgio? Non è una sorpresa, gioca così da un paio d'anni".

Inghilterra favorita?

"Lascio a voi dire chi sia favorita".

Verratti-Locatelli?

"Locatelli ha caratteristiche simili, la differenza è tra di loro, mi aiutano molto sulla costruzione e mi vengono vicino, cercano di aiutarci a uscire dalla pressione. Barella come Kanté su De Bruyne? Chiedete al mister, non so se giochi lui o no, può essere una soluzione".

Belgio-Italia?

"Al giorno d'oggi non ci sono più sorprese, non ci sono partite facili, non ci sono squadre contro cui dici è facile. Con l'organizzazione tattica di oggi, con la fisicità di questo calcio, non ci sono le gare scontate di una volta. Noi una sorpresa? Speriamo. Continuiamo a crederci. Dobbiamo farlo, dobbiamo continuare e vediamo dove possiamo arrivare. Spero che la fame di vincere di questo gruppo ci aiuti".

Il soprannome Professore?

"Ma Professore di cosa? Comunque mi diverte...".


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