Una presentazione profetica e gli step di crescita: i 4 anni di Pioli al Milan

Una crescita esponenziale e quasi troppo rapida del Milan e di Stefano Pioli.
Borussia Dortmund v AC Milan: Group F - UEFA Champions League 2023/24
Borussia Dortmund v AC Milan: Group F - UEFA Champions League 2023/24 / Christof Koepsel/GettyImages
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Sono passati 4 anni esatti dall'arrivo di Stefano Pioli al Milan e, con una coincidenza impressionante, sta tornando in voga il nome di Marco Giampaolo. Non per un'avventura 2.0 nella società rossonera, ma come idea a dir poco sorprendente per sostituire Rudi Garcia al Napoli. Non si tratta soltanto di una suggestione, ma di una notizia riportata da SkySport in seguito alla sconfitta interna per 3-1 dei partenopei contro la Fiorentina.

Nel caso (seppur remoto) in cui si avverasse, sarebbe un ritorno in Serie A sulla panchina dei Campioni d'Italia in carica; scenario difficilmente immaginabile se proviamo a ricordare l'esperienza di Marco Giampaolo sulla panchina del Milan.

Era il 9 ottobre del 2019. Stefano Pioli si accomodava in sala stampa per la consueta conferenza di presentazione, toccando temi che a 4 anni di distanza fanno sorridere di piacere i tifosi rossoneri. Qui per chi vuole immergersi completamente nel passato, dal quale abbiamo estratto qualche passaggio significativo.

FBL-ITA-SERIEA-AC MILAN-LECCE
FBL-ITA-SERIEA-AC MILAN-LECCE / MIGUEL MEDINA/GettyImages

Proviamo ad assegnare a ognuno dei passaggi un momento diverso del ciclo Pioli, scelto in modo completamente arbitrario (considerando che risalgono a 4 anni fa).

"Mi adatto ai giocatori, mi sento un insegnante. Migliorarli singolarmente significa insegnare. La squadra ha qualità e bisogna farle esplodere. Ci sono le strutture e l'ambiente, dobbiamo far di tutto per conquistare i tifosi."

Pioli, conferenza stampa presentazione

Quando Pioli sbarca a Milano l'inizio non è positivo. Nelle sue prime sei panchine perde tre volte (contro Roma, Juventus e Lazio), pareggia in due occasioni (con Napoli e Lecce) e batte di misura soltanto la Spal. Un'incertezza che prosegue fino allo storico 5-0 rimediato a Bergamo contro l'Atalanta, dal quale si originerà la vera svolta rossonera.

Torna Zlatan Ibrahimovic e iniziano a migliorare i giovani di maggiore qualità. Nel girone di ritorno il Milan mette a referto 41 punti, meno soltanto dell'Atalanta (43) e si piazza al sesto posto in classifica, dietro la Roma.

"Credo ci siano le qualità tecniche, un mix di qualità tecniche e fisiche per far si di mettere in pratica un calcio propositivo. Dobbiamo lottare contro squadre forti. Il calcio italiano nelle prime 4/5 posizioni ha squadre con organici importanti. Dobbiamo essere consapevoli delle difficoltà che dobbiamo superare, per competere con tutti."

Pioli, conferenza stampa presentazione

Competere con tutti, lottare contro le squadre forti, quelle con gli organici importanti, è il secondo step di Stefano Pioli, che nella stagione 2020-21 passerà dal sesto al secondo posto. Il Milan brilla e dopo aver battuto Lazio, Roma e Juventus nella precedente stagione, aggiunge alle sue vittime anche Inter e Napoli.

"La giusta miscela sia giocare con qualità e intensità. Interpretare le partite con intensità è importante. Io penso che giocare un calcio propositivo passa dalla fase difensiva. Vogliamo interpretare la fase difensiva come se fosse una fase offensiva. Vogliamo avere la possibilità di essere pericolosi noi."

Pioli, conferenza stampa presentazione

La crescita è evidente, ma sulla carta il Milan non è ancora il favorito alla vittoria dello Scudetto. Tuttavia, centrato l'obiettivo Champions League, resta quello come successivo step a cui ambire. La squadra di Pioli non sembra pronta, ma instaura un testa a testa con la prima Inter di Simone Inzaghi, che termina in una gioia incontenibile a maggio 2022, nell'ultima giornata di Reggio Emilia contro il Sassuolo.

"Vincere, bisogna vincere"

Pioli, conferenza stampa presentazione

Una frase che 4 anni fa era relazionata alla crisi iniziale del Milan dopo 7 giornate di campionato; lo slogan richiesto nella domanda del giornalista in sala stampa. A due anni e mezzo da quelle parole Stefano Pioli ha riportato il Milan sulla vetta d'Italia, saltando forse qualche step; dopo Allegri, dopo la dittatura bianconera e il doloroso Scudetto di Conte in nerazzurro.

Pioli oggi

Pioli oggi è la certezza dei rossoneri. Ha affrontato varie crisi dalle quali è sempre uscito con le ossa sane, senza compromettere fino al punto di rottura la sua posizione. È saldamente alla guida del club, che ha iniziato a forgiare nel 2019 accompagnato molti talenti promettenti alla consacrazione (Theo, Tomori, Tonali, Bennacer, Leao).

Ha superato il 5-0 a Bergamo, il 5-2 del Sassuolo a San Siro, la doppia sconfitta in Semifinale di Champions League con l'Inter e il recente 5-1 sempre nel derby di Milano (che non riesce a vincere da 5 incontri). Si è dubitato della sua posizione e si continuerà a farlo. Una condizione diventata normale nel calcio odierno, specialmente quando un allenatore stupisce tutti toccando picchi che mai si erano pronosticati per lui.

Dopo la sosta raggiungerà quota 200 gare con una media punti totale di 1.92 a partita che aumenta a 2.05 se consideriamo soltanto la Serie A. Numeri considerevoli che lo pongono come uno dei migliori della storia rossonera per presenze e vittorie. E se gli step del Milan sono stati così puntuali, quasi precoci, tutti sanno quale dovrebbe essere il prossimo.