Una statistica ci spiega perché Italiano ha spinto tanto per avere Arthur
Uno dei temi cruciali nell'ultimo mercato della Fiorentina, un vero tormentone che del resto ha tenuto banco addirittura dal post-Mondiale in Qatar, riguardava la posizione ormai compromessa di Amrabat e il suo desiderio di lasciare i viola, desiderio concretizzato grazie all'accordo col Manchester United. Parallelamente andava in scena un cambio di rotta significativo, con Vincenzo Italiano al timone, una sorta di rivoluzione legata alle caratteristiche del centrocampo viola senza il marocchino, elemento cruciale per dare equilibrio e muscoli alla linea mediana sia nel 4-3-3 come vertice basso che nel 4-2-3-1 con accanto Mandragora o un interno più propositivo.
Nonostante l'arrivo di Maxime Lopez, certo abile anche in interdizione pur dal fisico diverso rispetto ad Amrabat, si può certo affermare che il centrocampo gigliato abbia saputo mutare forma, ancora una volta, mettendo dentro un elemento più affine alla figura di regista - come Arthur - e assecondando dunque Italiano in tal senso, dando maggiore qualità e fluidità alla manovra della squadra (pur senza rivoluzioni tattiche).
Una scelta che sta pagando
Dopo sette giornate di campionato possiamo concederci un primo "bilancio" dell'impatto di Arthur sulla Fiorentina, considerando innanzitutto come il brasiliano di proprietà della Juventus sia sceso in campo in ogni partita disputata fin qui dai viola: cinque volte da titolare e in due occasioni subentrando (in Serie A), in campo invece per tutti i novanta minuti della trasferta in Conference League col Genk (e giocando da titolare nei playoff col Rapid Vienna).
Il peso di Arthur per Italiano è dunque provato dai numeri, lo stesso calciatore ha spiegato quanto il tecnico abbia contribuito alla scelta di raggiungere Firenze: lo scetticismo iniziale rispetto all'idea viola, ammesso da Arthur, si è tramutato in fiducia e in voglia di mettersi alla prova grazie alla centralità promessa da Italiano in estate. Che Arthur potesse dare qualità e fluidità al gioco viola era dunque preventivabile, conoscendone le caratteristiche e immaginando il modo in cui potesse rappresentare un regista in grado di prendere per mano la squadra e di dettare i tempi, c'è però una statistica che si spinge anche oltre e che viene sottolineata nello specifico da Sofascore:
Il dato che sorprende
Arthur è il calciatore, nei principali campionati europei (Premier League, Liga, Ligue 1, Serie A e Bundesliga) ad aver completato con successo più passaggi lunghi: 91% come percentuale di realizzazione. Un dato che sorprende innanzitutto notando i nomi degli altri calciatori in top 5: Guardado, Tchouameni, Rodri (tutti a quota 87%) e Kroos (85%) completano infatti le prime posizioni, alle spalle di Arthur. Un gruppetto, insomma, decisamente prestigioso.
Non si tratta dell'unico aspetto che sorprende: potevamo facilmente figurarci il brasiliano come elemento ideale per legare il gioco, per agire nello stretto tramite fitte reti di passaggi con gli altri giocatori più impegnati in costruzione (e le statistiche sono confortanti anche in tal senso) ma la possibilità di osare con soluzioni più rischiose sposta ancora il là il discorso, rendendo il brasiliano ancor più in linea con ciò che si aspetta Italiano e regalando più varietà alle soluzioni viola. Il tutto, chiaramente, unito a un approccio tutt'altro che tiepido e passivo, dal punto di vista della generosità, aspetto che fin da subito - fin dalla prima giornata col Genoa - ha permesso senz'altro ai viola di ridurre la nostalgia per l'addio di Amrabat.