Uno Juve-Milan da fine ciclo: differenze e punti in comune
Si sfideranno faccia a faccia all'Allianz Stadium. Con una Serie A finita prima del tempo e una qualificazione in Champions League mai davvero in discussione. Le stagioni di Juventus e Milan devono considerarsi sottotono. La squadra bianconera, senza coppe europee da sostenere, ha deluso ampiamente nel 2024, mollando la vetta della classifica dopo aver mantenuto un ritmo incredibile nella prima parte; quella rossonera è crollata sia in Champions che in Europa League, restando sempre molto distante dall'Inter e capitolando nel derby che ha regalato ufficialmente lo Scudetto al club nerazzurro.
Una stagione da dimenticare il prima possibile per entrambe, da resettare per riprogrammare al più presto il prossimo futuro.
Analogie tra Juventus e Milan
Sono analogie da fine ciclo, quando situazioni negative sembrano accomunare anche identità molto diverse tra loro.
- Indesiderati dalla piazza. Alcune storie d'amore terminano. Altre fanno dei giri immensi, ma soltanto pochissime riescono a essere belle come nella prima parte dell'avventura. La seconda era Allegri non è stata all'altezza di quanto speravano i tifosi bianconeri e sicuramente non lo è stata nemmeno rispetto a quanto immaginava il tecnico toscano. Lo stesso discorso vale per Stefano Pioli, se vogliamo provare a dividere il suo ininterrotto ciclo con il Milan in un'era pre e post Scudetto (2022). Entrambi gli allenatori, a questo punto della stagione, sembrano essere indesiderati dalla maggior parte della piazza, che vorrebbe un cambio di guida tecnica.
- Stili insostenibili. E no, non parliamo di eleganza legata al vestiario; entrambi sono soliti accompagnare la squadra in giacca. Gli stili, il modulo, l'approccio di Allegri e Pioli sembra diventato insostenibile non solo per i rispettivi tifosi, ma anche per i giocatori. Si ha la sensazione che entrambi abbiano donato il massimo al club e che non possano tirar fuori altro dalla propria rosa. Si tratta, come appunto specificato, di sensazioni ovviamente connesse al desiderio comune di vedere le squadre giocare in maniera diversa.
- Contratto in scadenza e futuro. Massimiliano Allegri e Stefano Pioli hanno un contratto in scadenza a giugno 2025, ma è ormai quasi sicuro che si separeranno entrambi dai propri club. Hanno due anni di differenza e il picco della propria carriera è stato legato a una singola squadra, di cui hanno scritto pagine importanti di storia.
Differenze tra Juventus e Milan
- Trofei e vittorie. Ovviamente ne ha più Allegri, se guardiamo al Palmarés. E nel caso in cui la Juventus dovesse trionfare in Finale di Coppa Italia contro l'Atalanta, sarebbe lui ad abbandonare la propria panchina con il trofeo cronologicamente più recente. Tuttavia, tra i due tecnici, è Stefano Pioli quello che si allontanerebbe da Milano con il ricordo migliore, con uno Scudetto che nella gestione Allegri 2.0 è ormai ufficialmente mancato.
- Le differenze sul mercato. La Juventus si è mossa con colpi importanti e mirati, ma nell'ultima stagione è stato il Milan a rimescolare in maniera significativa le carte della propria rosa. A un sostanziale immobilismo bianconero nel calciomercato estivo del 2023, il club rossonero ha risposto con investimenti per oltre 100 milioni, dai quali però è pressocché mancata una risposta all'altezza sul terreno di gioco.
- L'utilizzo dei giovani. Corposo da parte di Allegri, scadente per quanto riguarda Pioli. Si tratta di approcci che molti fanno risalire alla presenza di un U23 da cui attingere, presente nei bianconeri, assente nei rossoneri. Il Milan però può vantare alcuni tra i talenti più interessanti per il futuro, giovani capaci di raggiungere addirittura la Finale di Uefa Youth League, che il tecnico di Parma non ha praticamente mai premiato nel corso della stagione.
- In linea con gli obiettivi o no? Finale di Coppa Italia e qualificazione alla prossima Champions League. Se non dovessero esserci cambiamenti significativi nelle ultime gare di Serie A, la Juventus avrebbe concluso l'annata 2023-24 in linea con gli obiettivi prefissati, nonostante l'illusione della corsa Scudetto. Discorso opposto per il Milan, da cui tifosi e dirigenza non si aspettavano una distanza così siderale in campionato e un fallimento così prematuro in Europa.