Urbano Cairo risponde alle critiche sul mercato e rilancia le ambizioni del Torino

Urbano Cairo, presidente del Torino
Urbano Cairo, presidente del Torino / Marco Canoniero/GettyImages
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Ennesima estate ricca di critiche per Urbano Cairo, presidente del Torino. Estate bollente sul mercato con le cessioni di due pezzi da novanta come Alessandro Buongiorno e Raoul Bellanova, movimenti in uscita che non hanno trovato riscontro positivo nella tifoseria granata che accusa il patron di avere scarse ambizioni, di vivere alla giornata, tanto da chiedere - ma non da quest'estate - la cessione del club.

Cairo ha risposto alle critiche tramite un'intervista ai microfoni di Tuttosport. Il patron del Toro ha parlato della cessione di Bellanova e delle ambizioni sue e del club granata.

"Già nelle settimane passate il suo agente mi aveva comunicato una certa irriquietezza da parte di Bellanova. Dopo l'Europeo si aspettava delle offerte. Non a caso, quando gli è stata prospettata la possibilità di andare all'Atalanta ha detto subito sì. L'ho detto e ripetuto più volte. Io sono stato felicissimo che Buongiorno sia rimasto, però tenere un calciatore contro la sua volontà è un errore. L'ho commesso in passato con Nkoulou e Belotti e non ho nessuna intenzione di ripeterlo perché sappiamo che alla lunga certe scelte si trasformano in un boomerang".

"Per Zapata è arrivata un'offerta da 14 milioni di euro ma l'abbiamo respinta perché Duvan è attaccatissimo alla nostra maglia e voleva restare con noi. Non a caso Vanoli ha consegnato a lui la fascia di capitano. Obiettivo Pedersen come post Bellanova? Preferisco non parlare di un giocatore che non è ancora nostro. Posso dire che è un buon elemento, che ha qualità importanti e che lo seguivamo già l'anno scorso".

"Per quanto riguarda Bllanova, all'inizio faticò un po' e ci fu anche chi lo fischiò, però è stato giusto puntare su di lui, che ci ha ripagato in pieno della fiducia ricevuta. Se analizziamo il mercato, ci accorgiamo che non vende solo il Torino, perfino il Bologna - che nella passata stagione si è qualificato per la Champions League - o l'Atalanta, che in questo momento rappresenta certamente un modello, hanno ceduto giocatori importanti".

"Non se ne può fare sempre una questione di soldi. Ho speso 25 milioni di euro per Verdi e sapete come è andata a finire. Abbiamo comprato gente come Bremer, Bruno Peres, Maksimovic, Lukic spendendo complessivamente la metà di quanto è costato Verdi: non mi sembra che si siano rivelati giocatori modesti. E infatti arriveranno altri due difensori, se dovesse esserci un'uscita non escludo l'ingresso di un giovane di prospettiva, un elemento da far crescere con noi".

"C'era qualche perplessità su Gosens. Poi le sue indecisioni ci hanno spinto a virare su Borna Sosa, che seguivamo dallo scorso anno. Il mercato non è ancora finito e in ogni caso non dimentichiamo che nell'estate 2023 abbiamo speso una trentina di milioni per Vlasic, Bellanova, Zapata, Lazaro, Tameze e Sazonov vendendo solo Singo per dieci milioni. Nel Toro di tasca mia ho messo 72 milioni al netto di tutte le entrate".


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