Verso lo Scudetto: cosa manca a questo Napoli per essere perfetto?
Manca poco, pochissimo allo Scudetto del Napoli. Gli azzurri vincono lo Scudetto se... è uno dei temi più cliccati del momento, dopo l'inaspettato pareggio del Maradona contro la Salernitana. Dipenderà dal risultato della Lazio di Maurizio Sarri in prima battuta, e soltanto il giorno dopo da quello di Luciano Spalletti contro l'Udinese di Andrea Sottil.
La cavalcata, di cui ormai si parla da mesi, si sta concretizzando. Ha permesso alla città di Napoli di prepararsi all'evento con largo anticipo, ai turisti di andare a vedere uno spettacolo che non si verifica da più di 30 anni. A tante generazioni di realizzare un sogno covato per troppo tempo, distante prima anni luce, sfiorato qualche anno fa, e ora finalmente alla portata di tutti i tifosi partenopei.
In qualunque momento arriverà l'ufficialità, la stagione del Napoli verrà ricordata per decenni. Dai legittimi dubbi di inizio stagione sulla partenza di tre simboli della storia recente (Insigne, Mertens, Koulibaly), passando per i mormorii sui giocatori poco noti arrivati alla corte di Spalletti, fino all'estasi per l'impressionante rendimento della squadra, trascinata proprio da quei volti inediti diventati ora leggenda.
Il Napoli è cresciuto in modo esponenziale. A giugno, se le ultime 6 giornate si dovessero concludere con altrettante vittorie, avrà messo una distanza di quasi 20 punti con la sua classifica della stagione passata. Riducendo il numero di sconfitte a 3 (rispetto alle 7 dell'anno scorso) e migliorando praticamente ogni statistica, offensiva e difensiva. Enumerarle tutte toglierebbe del senso a questo articolo, il cui obiettivo è provare a rispondere alla seguente domanda: cosa manca a questo Napoli per essere perfetto?
La perfezione non esiste
Iniziamo dicendo che non esistono squadre perfette. Non lo era il Barcellona di Guardiola, non lo è nemmeno il suo Manchester City, ancora in corsa per provare a festeggiare il Tréble. Cosa serve dunque al Napoli per migliorare, avvicinandosi a una perfezione non riscontrabile nella realtà, ma che serve comunque da riferimento l'asticella di tutti i top club europei?
Investimenti che, guardando al recente passato, De Laurentiis non ha praticamente fatto mancare ai suoi tifosi. Avere a disposizione una rosa lunga è una delle priorità di tutti gli allenatori. Allungarla e migliorarla con interpreti di qualità è un privilegio che vantano in pochi. Luciano Spalletti ha esaltato le caratteristiche di molti dei suoi giocatori in rosa, anche i meno noti si sono rivelati decisivi in questo percorso unico dimostrando l'unità di intenti per raggiungere la causa partenopea.
Sul mercato saranno tante le pretendenti per provare a portare via i gioielli del Napoli in estate e, di fronte a offerte fuori scala sarà difficile per la società e per gli stessi rinunciare a contratti monstre in compagini che lottano ogni anno per vincere la Champions League. Dunque, lasciando da parte la retorica sul senso di appartenenza sviluppato dopo una stagione del genere, occorre dire che l'eventualità di una partenza dei big esiste, potrà essere evitata, ma non si può nascondere sotto il letto.
Nel caso in cui uno tra Kvaratskhelia e Osimhen, i due nomi ovviamente più chiacchierati della stagione, dovesse salutare, le casse del Napoli, già arricchite da percorso in Champions League e Scudetto, sorriderebbero. Per alleviare l'inevitabile malumore dei suoi tifosi, dovrebbero però svuotarsi e portare in città campioni della stessa caratura, più o meno.
In cerca di continuità
Dopo gli investimenti c'è un discorso prettamente di campo. Quello che Luciano Spalletti ha costruito con i suoi uomini è un qualcosa di speciale, che però non va visto come un punto d'arrivo. Il percorso sulla panchina del Napoli ha subito un'impennata felice e forse inaspettata. E, se nella prossima stagione la quota punti è destinata ad abbassarsi, non lo è invece il tema Scudetto. Il Napoli, senza la necessità di rifondare, ha le carte in regola per continuare un ciclo che potrà giocarsi la vittoria ogni anno, con l'obiettivo di alzare l'asticella in Champions League, come capitato proprio nella stagione corrente a Inter e Milan.
Dunque, quando arriveranno i momenti negativi, che non perdonano nemmeno gli altri Top Club europei, sarà importante la continuità e la fiducia a coloro che hanno reso questo sogno reale, per non perdere un lavoro difficilmente replicabile con lo stesso gruppo di giocatori. Non è facile criticare qualcosa di questo Napoli se si giudica il percorso anche inoltrandosi nel particolare. C'è stata senza dubbio amarezza per l'eliminazione dalla Coppa Italia maturata al Maradona contro la Cremonese e quella rappresenta probabilmente l'unica gara "buttata" dagli azzurri, l'unica macchia.
Amarezza comparsa anche per il doppio confronto con il Milan in Champions League, arrivato nel periodo meno positivo della stagione, con una squadra senza diversi interpreti giustiziata da Pioli e da qualche svista arbitrale. È amarezza che però dura soltanto pochi secondi nella testa di tifosi e appassionati. Il Napoli ha costruito qualcosa di importante su una base solida. Per continuare a sognare nel medio-lungo termine bisognerà dare credito a quanto fatto, superando i momenti di difficoltà con la stessa idea e puntare ancora su Spalletti come uno dei migliori tecnici europei in circolazione. La linea cronologica della sua esperienza in Campania ha raggiunto un picco, mantenere quelle vette sarà ancora più difficile.