Vlahovic si prende la 7 della Juve: le connessioni tra il serbo e Cristiano Ronaldo
All'interno del comprensibile clamore che di per sé il colpo Dusan Vlahovic ha portato in Serie A, come affare in grado di segnare un punto si svolta, emergono ulteriori temi connessi al primo giorno del serbo alla Juventus.
La scelta del numero 7 non può ovviamente apparire banale e racchiude in sé significati palesi e altri più nascosti che, a tutti gli effetti, tracciano un filo tra il classe 2000 e un fuoriclasse del calibro di Cristiano Ronaldo.
Un parallelismo che non trova fondamenta così solide sul piano tecnico ma che scopre un senso in altri aspetti che, oggi, collegano il prossimo centravanti bianconero al campione portoghese.
I numeri da record
Il 2021 vissuto da Vlahovic ha segnato in modo dirompente il suo passaggio da giovane promessa da sgrezzare a realtà del nostro calcio, un'escalation partita con la fiducia di Prandelli ed esplosa poi sia col ritorno di Iachini che, ancor di più, col nuovo corso targato Italiano.
E l'anno che ci siamo lasciati alle spalle dimostra questo passaggio a suon di numeri, tracciando una prima relazione con CR7: Vlahovic ha infatti raggiunto nel 2021 i 33 gol segnati nell'anno solare dal portoghese nel 2020 con la maglia della Juve. Un record che adesso il serbo proverà a migliorare, in questo 2022, proprio con quella stessa maglia e col medesimo numero sulle spalle.
Migliorarsi sempre
Esistono poi questioni meno oggettive, non dimostrabili con numeri o statistiche, ma altrettanto lampanti: si tratta in entrambi i casi, pensando a CR7 come a Vlahovic, di atleti che puntano al miglioramento costante e che non danno l'impressione di sentirsi arrivati, di adagiarsi sugli allori.
Basta osservare la crescita esponenziale a livello fisico, tecnico e tattico del serbo, dalla Primavera gigliata al presente, per capire quanta abnegazione metta nel lavoro quotidiano (aspetto sottolineato anche da allenatori e compagni). Al contempo è chiaro come si tratti di un bomber capace di trascinare la squadra anche quando questa non gira: la Fiorentina 2020/21 arrancava ma Vlahovic lasciava sempre il segno, dando l'impressione di crescere giornata dopo giornata.
Una scelta da leader
Che Vlahovic non difettasse in quanto a personalità era palese già evidente nei primi momenti dell'esplosione in viola, in quella sua capacità di sfruttare la fiducia di Prandelli e di mettere a tacere anche i più critici.
Una personalità che è emersa poi in modo ancor più lampante dopo il no al rinnovo proposto dalla Fiorentina, un'offerta record per il club viola che si è però arenata di fronte alle richieste degli agenti e alla voglia di raggiungere la Juve. Nonostante una piazza a quel punto amareggiata, con mugugni iniziali conseguenti, Vlahovic ha risposto a suon di gol e non ha visto in alcun modo calare il rendimento. Una capacità di passare attraverso le critiche e le voci che, senz'altro, crea un filo conduttore ulteriore con CR7.
Il vuoto da riempire
Il discorso tecnico è ovviamente quello più scottante e delicato, quando si tira in ballo un più volte Pallone d'Oro e lo si associa a un classe 2000 (pur forte di una stagione da incorniciare). Il piano tecnico va dunque tenuto separato in modo chiaro e radicale, senza tracciare linee di contatto fin troppo forzate.
Diventa però chiaro che l'acquisto di Vlahovic, se non altro a livello mediatico, rappresenti l'effettiva risposta all'addio di CR7 sul finire del mercato estivo: l'acquisto di Kean, in quel momento, non aveva quell'appeal e non offriva quella spinta propulsiva che invece, in modo lampante, sta offrendo l'inizio dell'avventura bianconera del serbo. Sembra lui, in sostanza, il vero erede (a livello mediatico, se non altro) di un addio troppo pesante come quello maturato a fine mercato.
La natura dell'investimento
Ultimo ma decisamente non ultimo emerge l'aspetto relativo allo sforzo economico fatto, altro filo conduttore piuttosto palese tra CR7 e Vlahovic: il cartellino del portoghese costò 100 milioni di euro, quello del serbo 70 milioni, ma nel complesso occorre considerare anche 11,6 milioni (contributo di solidarietà e oneri accessori) e i possibili 10 milioni di bonus da versare alla Fiorentina.
Aggiungendo poi i 63 milioni di euro lordi per l'ingaggio, da qui a fine contratto, si arriva a 154,6 milioni di euro. Diventa dunque evidente come, anche in questo caso, sia un investimento ambizioso a cui dovranno poi corrispondere risultati e successi sul campo.