Zaniolo: "Il 3-5-2 non mi esalta ma do il 100%. Mourinho? Un vincente"

Nicolò Zaniolo
Nicolò Zaniolo / Justin Setterfield/GettyImages
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Una lunga intervista quella concessa da Nicolò Zaniolo a Sportweek, settimanale de La Gazzetta dello Sport. Il centrocampista ha parlato della stagione appena chiusa con la maglia della Roma e dei suoi progetti per il futuro. Non sono poi mancate domande sull'interessamento da parte di alcune big nei suoi confronti. Ecco cosa ha risposto.

Bilancio di questa stagione: cosa salvi e cosa cancelli? 
"Quest’anno è andato molto bene, dal punto di vista fisico ho avuto pochissimi problemi dopo due infortuni molto gravi ed era questo il focus. Era fondamentale non fermarsi, era fondamentale riprendere continuità, tornare a essere un calciatore e mettere dentro prestazioni come ho fatto. Era da folli pensare che tornassi in campo dopo due anni e riuscissi a fare 25-30 gol, sono contento di com’è andata, dei miei 8. Con trofeo. La Conference League era il nostro obiettivo e l’abbiamo portata a casa. Sono felicissimo".

Sulla finale col Feyenoord: "Ci dovevo essere per forza, è un grosso risultato che volevamo e dovevamo ottenere per la squadra, per la città, per i tifosi e per noi stessi. Farcela con un mio gol è stato bellissimo".

Nessun rimpianto? "È stata una stagione molto faticosa, abbiamo giocato 50 partite, certo abbiamo perso dei punti che potevamo evitare di perdere, però abbiamo anche costruito qualcosa di importante. Erano tanti anni che la Roma non giocava una finale in una coppa europea, l’abbiamo anche vinta, quindi è andata bene, benissimo".

Cosa buttiamo dalla finestra? "Quei giorni in cui sono stato nervoso… perché la palla non entrava in porta, perché mi faceva il miracolo il portiere, perché avevo discusso con l’arbitro… Sto capendo che è inutile incazzarsi: si sprecano energie".

Buttiamo via anche quel gestaccio ai tifosi della Lazio? "Eh sì. Quello è stato dettato anche dalla sconfitta che avevamo subito, che è stata una brutta sconfitta. Il derby di Roma è il derby di Roma. Se ho offeso qualcuno, chiedo scusa. Però fa anche un po’ parte dello sfottò con cui la città convive da sempre. E per me è finita lì in campo, dove si fanno cose che a mente lucida non faresti".

Sul derby: "Senti la maglia che hai addosso e tutta la gente per cui la indossi. Avevamo perso un derby in casa che non volevamo perdere, ho un po’ rosicato ed è venuto fuori quel gesto. Chiedo scusa, ancora".

Nicolò Zaniolo
Nicolò Zaniolo / Silvia Lore/GettyImages

Buoni propositi: migliorare il self control, dribblare le provocazioni. "Esatto. Questo è un obiettivo che devo pormi per l’anno prossimo, smetterla di cadere in provocazioni inutili che non servono a niente".

Perché finisci sempre in mezzo alle polemiche? "Non lo so e neanche me lo chiedo più. Penso a migliorare, quello che succede intorno è contorno e spesso non ha nessuna importanza. In campo alla fine ci vado io e la squadra. E quel che conta è vincere le partite, non parlare. Ho imparato a non ascoltare, all’inizio non nego che ascoltavo parecchio e diciamo che un po’ mi toccavano le cose che si dicevano. Poi capisci che è meglio mettere i tappi e andare in campo a fare quello che devi fare. E che sai fare".

Tra gli obiettivi raggiunti nel 2021-22 c’è che hai giocato dal vivo con Ibrahimovic. "Sì, questo era un obiettivo. La partita non è andata bene, hanno vinto loro 2-1, ma io ho coronato un sogno. Non ho avuto modo di parlarci, ma l’ho studiato: per l’approccio alla partita, come si muove da leader carismatico, è un fenomeno".

Ma come, non ti sei presentato? Ti sei vergognato? "Di avvicinarmi, sì (ride). L’ho ammirato da lontano. Giocarci insieme è stato molto bello".

Radio mercato parla da mesi ormai dell’interessamento di Milan, Juve e una squadra all’estero, il Newcastle. "L’interesse di queste grandi squadre mi fa piacere: se pensano a te vuol dire che vali. Mi alleno ancora più motivato: voglio dimostrare che sia giusto essere accostato a questi top club".

Quanto ti hanno cambiato gli infortuni? "Tanto, anche dal punto di vista umano. Mi hanno insegnato che bisogna sempre reagire con positività, che ti capiti una cosa bella o una brutta. Che bisogna avere equilibrio. Che serve la palestra, anche… Prima ci andavo perché me lo dicevano, oggi ci vado altrimenti non riesco ad allenarmi".

Nicolo Zaniolo
L'infortunio in Nazionale / Claudio Villa/GettyImages

Il primo gol in Conference League, 400 giorni dopo l’ultimo, contro il Trabzonspor è stato un sospiro di sollievo? "È stato un traguardo: la strada che mi ha portato a quel gol è stata lunga e ho passato diversi momenti difficili. Quindi lì ho detto a me stesso: da ora sei tornato davvero a giocare".

La tripletta al Bodo il momento più importante? "Sì, per l’importanza della partita, per la difficoltà della partita, perché all’andata avevamo perso 2-1 quindi dovevamo vincere per forza. È stata una delle notti più belle da quando gioco".

Compresa la prima tripletta tra i professionisti. In mezzo ci sono state anche delle panchine un po’ pesanti, nel derby vinto con la Lazio e poi contro lo Spezia a La Spezia. La panchina non piace a nessuno, ma sei stato bravo a gestire le decisioni del mister. "Le decisioni del mister le accetto, perché… decide lui, anche se il derby avrei voluto giocarlo. Come volevo giocare a La Spezia, contro la squadra della mia città. Penso che tutti al posto mio avrebbero voluto giocare quelle due partite lì. Poi accetto le scelte del mister, se ha deciso così un motivo c’era, però un po’ l’amaro in bocca resta".

Cosa ti ha insegnato Mourinho? "È un vincente, non servo io a ricordare quello che ha vinto. E mi ha insegnato a entrare in campo nella fase difensiva, dove dovevo migliorare e devo farlo ancora. E mi ha aiutato a gestire certe situazioni: in passato avrei reagito male o peggio per l’esclusione da partite per me molto significative. Lui mi ha insegnato a mordermi la lingua: muto e in campo a lavorare di più".

Ha cambiato spesso modulo. E tu hai giocato dove voleva il mister, anche seconda punta. "Il 3-5-2 non esalta al massimo le mie caratteristiche, io preferisco il 4-3-3 o il 4-2-3-1 però se il mister decide di giocare così e di mettermi lì davanti io devo dare il 100% lì, per la squadra e per raggiungere il risultato".

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Roma / Giuseppe Bellini/GettyImages

Dicono che potresti prendere il posto di Dybala. "L’accostamento mi sembra anche eccessivo. Certo, mi fa piacere. Ma lui è unico, un giocatore fantastico, fortissimo. Vediamo. La vita è imprevedibile, in futuro non si sa mai cosa succede. Penso al presente. Mi alleno intanto. E aspetto".

“Dale hermano”, forza fratello, ti ha detto mentre uscivi in barella, la prima volta che ti sei rotto il crociato: Roma-Juve del 12 gennaio 2020. Era lui, te lo ricordi? "Chi se li dimentica quei momenti lì: ero in trance, ma ricordo la sua voce, quella frase".

Su Abraham: "Un bravissimo ragazzo, si è ambientato subito, è forte e può migliorare tantissimo. Ed è sempre allegro. È bello giocare con lui, trasmette serenità. Ci siano diverti e penso che in campo abbiamo anche fatto bene".

Sarebbe una di quelle persone che ti mancherebbero, dovessi andare via da Roma? "Se dovessi andar via me ne mancherebbero tante. Lui è una di queste".

Avevi rinunciato all’Europeo per non correre rischi, per dare il tempo al ginocchio di mettersi a posto. Doveva essere il tuo Mondiale, ma purtroppo l’Italia al Mondiale non ci andrà: dispiaciuto o arrabbiato? "Dispiaciuto, perché bisogna aspettare altri quattro anni. Ma si va avanti. Sono abituato a rincorrere. Ci saranno nel mezzo altri obiettivi".

Una Nazionale da ricostruire, dove dovrai tenerti stretto il posto. E dove non ci sarà più Chiellini. "Lui è sempre stato il più difficile da superare, è forte fisicamente e fuori dal campo è una persona eccezionale. La prima volta che Mancini mi ha convocato ero giovanissimo, lui già un senatore. È venuto lì a parlarmi, per farmi sentire subito a mio agio. Grandissima persona, professionista, giocatore. Io farò di tutto per convincere Mancini".

Tu che hai vissuto la delusione e anche la sfortuna, sai che in un attimo tutto cambia, ma sai anche che hai tutto il tempo per rifarti. Sai anche di essere un ragazzo fortunato? "Certo, molto fortunato. Madre Natura mi ha donato un grande talento. Devo essere bravo a custodirlo e non perdere le occasioni che ho per tirarlo fuori".


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