Retegui e Kean possono giocare insieme in Nazionale?
Le coincidenze e gli intrecci del destino sanno spesso farsi beffa delle esigenze di un tecnico, di un Commissario Tecnico in questo caso, e le fasi di stanca si alternano a quelle di grande efficacia in maniera non sempre funzionale al calendario della Nazionale. Avrebbe fatto comodo, cioè, arrivare agli ultimi Europei con Mateo Retegui e Moise Kean tirati a lucido, nelle loro versioni migliori, quelle che stanno rinvigorendo gli entusiasmi di Atalanta e Fiorentina e i loro sogni (più o meno estemporanei oppure solidi) di alta classifica. Luciano Spalletti, non potendo intervenire su ciò che è stato nell'ultima deludente estate azzurra, si proietta logicamente sul presente e sui primi semi di futuro, apprestandosi a vivere l'ultima parentesi in Nations League coi due bomber che attualmente guidano la classifica marcatori della Serie A 2024/25 (11 gol per Retegui, 8 gol per Kean).
Kean-Retegui coppia azzurra?
La scorsa settimana Spalletti si è espresso anche sulla possibilità di vedere Kean e Retegui insieme in campo, mostrandosi aperto: "Kean ha fatto anche la punta esterna ed è uno più di corsa, di gamba, da scorribande. Crea pericoli anche con la sua forza e fisicità, è uno che fa reparto da solo. Retegui invece è più da area di rigore, da calciare in porta con le spalle girate", e ancora: "Retegui prima punta e Kean ad andargli sotto, a prendersi palla addosso, può tenerla lì anche due minuti". Una prospettiva che sarebbe apparsa aliena nel contesto tattico agli Europei, al di là della partita con la Croazia, ma che si rinvigorisce pensando al 3-5-2 che attualmente Spalletti sta utilizzando con continuità.
Le possibili criticità
I nodi critici degni di nota a tal proposito possono essere due: il primo riguarda la presenza, in genere, di una seconda punta che agisca più come raccordo col centrocampo o di un vero e proprio trequartista (Raspadori e Pellegrini) accanto alla prima punta, cioè a uno tra Retegui e Kean. La novità, insomma, sarebbe il ricorso simultaneo a due veri numeri 9 che nelle loro squadre giocano come terminali offensivi in senso stretto. Il conseguente secondo tema potenzialmente "critico" è la necessità di agire in un contesto tattico differente rispetto a quanto accada nella Dea o in viola: Retegui agli ordini di Gasperini agisce come prima punta nel 3-4-2-1, Kean con Palladino è il terminale offensivo nel 4-2-3-1 (con Beltran sulla trequarti).
A conti fatti è verosimile che sia Kean a dover cambiare maggiormente la propria veste, come fatto del resto anche in altre circostanze con Spalletti in Nazionale, andando ad agire anche più largo e facendo valere le proprie doti atletiche non solo come prima punta - nella protezione del pallone e nel gioco di sponda - ma anche sulla fascia o in posizione più arretrata. Lo scenario più verosimile per il momento è quello di un assetto iniziale che veda sempre un trequartista in campo, potenzialmente Maldini contro la Francia, alle spalle di Retegui. L'idea di un 3-5-2 puro, con Kean e l'atalantino insieme, sarà con tutta probabilità una pista (per quanto intrigante) da percorrere a partita in corso o su cui lavorare, come progetto futuro.