Riccardo Orsolini meriterebbe la convocazione in Nazionale?

Toc, toc, ma nessuno che risponde con il classico "chi è?". È già noto il nome e il volto di Riccardo Orsolini nelle fila della Nazionale italiana. La domanda, che in modo non molto indiretto e abbastanza provocatorio, ha posto l'esterno felisneo è capitata spesso sulla bocca dei suoi tifosi e in generale degli appassionati azzurri. Perché Luciano Spalletti sta ignorando l'esterno più prolifico del nostro paese?
Le motivazioni sono tante ma, riducendole a un mero gioco di posizioni in campo, si potrebbe arrivare ad affermare che un esterno puro come lui incontrerebbe grandi difficoltà ad adattarsi al sistema di gioco dell'Italia. Un qualcosa di parzialmente vero considerando che nella sua carriera Orsolini ha disputato un numero irrisorio di partite in posizione centrale, alle spalle di una prima punta, operando quasi sempre come ala a destra di un 4-3-3 o di un 4-2-3-1. Una motivazione sufficiente per non concedergli un'occasione da circa un anno?
In Nazionale l'esterno di Ascoli Piceno ha a referto soltanto 7 apparizioni, 2 con Roberto Mancini e 5 con Luciano Spalletti, che risalgono all'epoca del 4-3-3, dalla quale sono trascorsi ormai 9 mesi. Poi l'esclusione dalla lista di Euro 2024 e la scelta di virare verso il 3-5-2. Le convocazioni, da quell'idea in poi, hanno assunto il significato evidente di convocare giocatori funzionali al nuovo sistema tattico, tenendo solo in parte in considerazione il momento che i vari interpreti stavano vivendo nei propri club.
Passando alla lista di esterni non convocati, Riccardo Orsolini non è stato l'unico ad incontrare delle difficoltà e soltanto l'ultima chiamata ha riportato in azzurro vecchie novità come Matteo Politano e Mattia Zaccagni. A ricondurre l'esterno del Napoli in Nazionale è stata probabilmente la scelta di Antonio Conte di iniziare a utilizzarlo come quinto a destra nel centrocampo partenopeo (Politano era assente dalla Nazionale da novembre 2023), mentre il capitano biancoceleste non veniva convocato dal CT dallo scorso settembre, in una sosta che comunque l'aveva visto ai margini (solo 4 minuti disputati in due sfide).
Esclusioni che, accettate da chi condivide l'idea di mettere ogni calciatore nel ruolo che più lo esalta, sembravano stonare in relazione alla scelta di Spalletti di schierare in quella posizione interpreti come Barella o Pellegrini. Ora, con un Raspadori che sta trovando protagonismo a Napoli e con Daniel Maldini che sta provando a compiere il salto di qualità a Bergamo, la posizione del 10 sembra un discorso a due, ma la convocazione di Zaccagni può essere letta come la volontà di provarlo come seconda punta, di capire se anche in quella posizione il 10 della Lazio si trova a suo agio.
Guardando i profili da un punto di vista statistico, come approfondito da Emanuele Atturo su l'Ultimo Uomo, quello di Riccardo Orsolini appare molto più simile a Giacomo Raspadori che ai sopracitati esterni, un aspetto che rende ancora più un'incognita tale esclusione. La sua capacità di produrre xG, il migliore del Bologna, di cambiare il suo modo di segnare nella stagione corrente con Italiano e anche più banalmente di andare in doppia cifra per la terza annata di Serie A consecutiva, sono fattori che, sommati, rendevano il terreno già molto fertile per una sua chiamata.
La sua facilità di tiro e la potenza con cui scaglia le conclusioni è forse unica se ci soffermiamo sulle caratteristiche dei calciatori italiani della contemporaneità. Una particolarità forse troppo sottovalutata che sembra essere tenuta in scarsa considerazione dal CT. Nemmeno l'infortunio di Retegui ha portato Spalletti a tornare sui suoi passi: "Per il momento non chiamo nessuno perché voglio capire come va la prima sfida. Se devo chiamare una prima punta chiamerò Piccoli. Se, invece, devo chiamare una seconda punta chiamerò Baldanzi".
Tommaso Baldanzi ha sicuramente caratteristiche più indicate per agire in una zona centrale alle spalle di una prima punta e nell'ottica di un'Italia futuribile, sia lui che Maldini possono provare a ritagliarsi tanti anni in un ruolo delicato e difficile come quello di seconda punta. Tuttavia, nel caso in cui l'esterno rossoblu dovesse continuare ad esaltarsi in questo modo fino al termine della stagione, risulterebbe complicato giustificare la sua assenza anche nei prossimi impegni in programma a giugno.
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