Roberto Mancini avrebbe detto sì alla Roma e si è pentito di aver lasciato l'Italia
Intervistato da Il Giornale per i suoi 60 anni, Roberto Mancini ha parlato della sua scelta di lasciare la Nazionale, delle voci sulla Roma dopo l'esonero di Ivan Juric (poi la società ha optato per Claudio Ranieri) e sul legame con Vialli, Mihajlovic e Eriksson.
"Lasciare la Nazionale è stata una scelta sbagliata, che non rifarei. Quello che mi brucia di più è stata a mancata qualificazione ai Mondiali. Lasciare la Nazionale è stata una scelta sbagliata. Se io e il presidente Gravina ci fossimo parlati, spiegati, chiariti, probabilmente le cose non sarebbero andate così. Dopo un anno sulla panchina azzurra arrivò anche Vialli, un'avventura straordinaria condivisa insieme. Il miglior coronamento di un'amicizia vera. Sogno di tornare per vincere un Mondiale".
"L'esperienza saudita? Non nego che per un allenatore la proposta di una cifra così alta ti metta in crisi. Però non è stata determinante, ha inciso, ma non è stato solo per quello che ho lasciato la panchina della Nazionale".
"Non sono stato contattato dalla Roma, nessuna chiamata dalla dirigenza. Se ci fossero state le condizioni di un bel progetto da portare avanti insieme, avrei risposto di sì".
"Vialli, Eriksson e Mihajlovic mi hanno lasciato il deserto nel cuore. Non può immaginare nemmeno quanto mi mancano. Amo immensamente Sofia, la figlia del mio primogenito Filippo. Ma non ero pronto a farmi chiamare nonno. Sono orgogliosissimo di mia figlia Camilla, ha superato molte difficoltà a causa del problema al volto che si porta dietro dalla nascita"