Un centrocampo da riscattare: la Fiorentina ha imparato dagli errori passati?
Adli, Cataldi e Bove: tre nuovi arrivi, tre elementi capaci di diventare immediatamente protagonisti con la maglia della Fiorentina, inserendosi al meglio nella formazione di Palladino e attutendo fin da subito il parere degli scettici o dei nostalgici. Il 4-2-3-1 ormai varato stabilmente dal tecnico gigliato ha come motore un centrocampo equilibrato, funzionale ad entrambe le fasi, logico nella sua composizione. Cataldi è stato nuovamente gettato nella mischia contro il Como, una volta tornato dall'infortunio, permettendo così a Bove di tornare ad agire da trequartista atipico, partendo da sinistra, con licenza di svariare e di rincorrere quando serve.
Equilibrio e continuità
Complementarità è una parola chiave, pensando alla mediana viola: Cataldi porta equilibrio e intelligenza tattica, Adli creatività e visione di gioco, Bove dinamismo, generosità e capacità d'inserimento; risulta evidente come il mercato estivo - anche nel suo concitato finale - abbia permesso a Palladino di avere a disposizione profili coerenti con la sua idea, elementi versatili (Bove su tutti) e in grado di integrarsi tra loro senza forzature. Tre centrocampisti accomunati da più aspetti, anche al di là dell'attuale ruolo cruciale nel presente viola: si tratta di calciatori a caccia di riscatto, divenuti marginali nelle precedenti squadre e partiti - dunque - per riaffermarsi, per ritrovare minutaggio e fiducia.
Un altro tratto di vicinanza riguarda la formula con cui sono arrivati a Firenze nel mercato estivo, tutti in prestito con diritto di riscatto: Adli 2 milioni per il prestito oneroso più 10 milioni per riscattarlo, Bove 1,5 milioni per il prestito oneroso più 10,5 milioni per il riscatto (che peraltro sarà automatico al raggiungimento del 60% delle presenze in stagione), Cataldi con un riscatto fissato a 4 milioni di euro. Da settimane, grazie all'impatto dei tre, si parla di formalità o di situazioni già definite ed è evidente come - esercitando il riscatto per il trio di centrocampisti - la Fiorentina abbia la possibilità di sancire un passo in avanti rispetto al recente passato, dando segno di aver appreso dai propri errori.
Perno centrale cercasi: tormentone superato?
Il ciclo con Vincenzo Italiano in panchina, infatti, è stato spesso segnato dalla necessità di reinventare il centrocampo ogni estate e di ritrovare quell'elemento cardine attorno al quale costruire il reparto: da Torreira ad Amrabat, da Amrabat ad Arthur. Dal 2021/22 al 2023/24 Pradè si è dunque trovato alle prese con la ricerca di un regista o di un interno da affiancare (a turno) a Mandragora e Duncan (più sporadicamente a Castrovilli). Torreira si rese protagonista di un vero caso, un braccio di ferro con gli agenti che fece naufragare un riscatto sulla carta scontato, Amrabat ha vissuto la propria storia gigliata costantemente con un piede fuori dalla porta, col desiderio mai nascosto di spiccare il volo.
Equilibri precari, dunque, e un reparto chiave privo di stabilità tra una stagione e l'altra: anche Arthur, cruciale in diverse fasi della stagione scorsa, si è rivelato una parentesi e non un perno su cui continuare a costruire. La situazione potrebbe finalmente assumere contorni diversi e la continuità potrebbe diventare un auspicio realizzabile: il rapporto qualità-prezzo dei calciatori da riscattare e la loro capacità immediata d'incidere può far sperare in prospettive di stabilità, senza il bisogno - ancora una volta - di consegnare ad altri le chiavi del centrocampo e di affidarsi (con successo o meno) al colpo estivo usa e getta.