Un (Tommaso) Rubino per la Fiorentina: chi è il classe 2006 che ha debuttato a Marassi

Figlio d'arte, trequartista e legato da sempre ai colori viola
Rubino
Rubino / Gary Oakley/GettyImages
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"Sono felicissimo di aver esordito con la squadra del mio cuore, ringrazio i tifosi per l'affetto e sicuramente un ringraziamento speciale va alla società e al mister che mi ha dato la fiducia e l'opportunità di esordire". Le parole di Tommaso Rubino, tramite i profili social della Fiorentina, salutano l'esordio in Serie A del classe 2006 ma rappresentano - più globalmente - l'input ideale di un club che ha investito con forza sul Viola Park come connessione diretta tra giovanili e prima squadra, filo diretto finalmente visibile. Un filo che, fin qui, è sbocciato grazie a Kayode e Comuzzo - nel giro dei titolari - e che promette (anche alla luce di quanto affermato da Palladino) di riflettersi ancor di più sul presente gigliato.

Comuzzo è l'emblema del coraggio del nuovo tecnico, pronto a puntarci fin da subito e da renderlo a tutti gli effetti titolare accanto a Ranieri, tanto da scalzare Martinez Quarta o comunque da giocarsi il posto con l'argentino. In questo senso Palladino ha dimostrato di non guardare la carta d'identità e ha eletto a vero e proprio pupillo il difensore classe 2005, sorprendente per solidità, concentrazione in marcatura ed efficacia nel gioco aereo. L'esordio di Rubino è qualcosa di diverso, si tratta del resto di un calciatore che deve ancora compiere 18 anni e che sta facendo il proprio (fruttuoso) percorso in Primavera agli ordini di Galloppa, già dalla scorsa stagione.

Rubino esordisce in prima squadra: il profilo

Il profilo del predestinato è però evidente e leggibile da diversi punti di vista, anche al di là del cognome - da figlio d'arte - che porta sulla maglia. Il padre Raffaele si è reso protagonista di una carriera ventennale e, da attaccante, è riuscito a segnare in ogni categoria (soprattutto con la maglia del Novara, indossata dalla C2 alla Serie A). Sempre di attaccante si parla, spostandosi sul figlio Tommaso, ma con caratteristiche ben diverse: il giovane fresco di esordio in viola sta vivendo stagioni importanti con le giovanili, annate ricche di gol sia con l'Under 17 che - dall'anno scorso - con la Primavera di Galloppa.

Genoa v Fiorentina - Serie A
L'esordio di Rubino in A / Simone Arveda/GettyImages

Rubino è a tutti gli effetti un 10, aspetto che di per sé a Firenze vale come bonus non da poco, e riesce ad abbinare al meglio capacità di ispirare i compagni (già 4 assist in questo inizio di stagione in Primavera) e ancor di più la concretezza quando si mette in proprio (6 i gol fatti fin qui in stagione, in 9 partite). Nel 4-2-3-1 di Galloppa, così come idealmente in quello di Palladino, è dunque del tutto a proprio agio sulla trequarti e riesce a dare un ottimo contributo coi suoi inserimenti, con le conclusioni da fuori e con l'abilità di saltare l'uomo, mai però in maniera fine a se stessa. Sempre sul piano del tutto ideale potremmo vederlo come utile alternativa a Gudmundsson o di Beltran alle spalle di Kean: la suggestione più attuale è quella di un esordio dal primo minuto in Conference, con l'APOEL.

Figlio d'arte, figlio di Firenze

Quella di Marassi, a pochi giorni dal diciottesimo compleanno, non può rappresentare certo un'investitura in pianta stabile: Palladino ha spiegato di voler rendere merito al lavoro del settore giovanile e ha ribadito di non avere preclusioni anagrafiche, Rubino dal canto proprio sa di dover continuare a macinare gol e assist in Primavera per proseguire nel proprio percorso (da vivere a medio-lungo termine) con la maglia della sua Fiorentina. Sua perché, ed eccoci all'altro aspetto che mediaticamente lo rende predestinato agli occhi della piazza, non si tratta solo di un figlio del vivaio ma di un tifoso gigliato a tutti gli effetti, nato a Firenze e con la Fiesole come scenario familiare.

Un cognome suggestivo, in quanto figlio d'arte ma anche in quanto rimandi a qualcosa di prezioso, un ruolo da sempre carico di riferimenti storici (soprattutto nella piazza viola) e un percorso giovanile più che mai incoraggiante. L'esordio di Marassi, al di là di quanto espresso dal campo in quei 7 minuti, ha in sé tutto questo e molto di più, ha in sé soprattutto i primi frutti di una missione - quella di connettere prima squadra e giovanili - realmente strategica per il futuro della Fiorentina, ancor di più se i giovani valorizzati sono espressione del territorio e di una qualche forma (non solo retorica) di rimando identitario.


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