Vlahovic vs Kean: bomber allo specchio in Juventus-Fiorentina

Sfida all'interno di Juventus-Fiorentina, tra aspetti in comune e una differenza sostanziale
Juventus v Spezia Calcio - Serie A
Juventus v Spezia Calcio - Serie A / Emilio Andreoli/GettyImages
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Il consueto carico suggestivo offerto dalle tante storie di ex, storie persino colme di rancori o di accuse di tradimento, trova nella versione 2024/25 di Juventus-Fiorentina una spinta ulteriore, una sorta di riflesso che - con l'aiuto dell'identità di ruolo - permette a Dusan Vlahovic e Moise Kean di specchiarsi l'uno nell'altro. Identità di ruolo come tratto di vicinanza, come ovvio che sia, ma anche un discorso di centralità assoluta all'interno delle rispettive squadre: il dato di partecipazione ai gol di Juve e Fiorentina rende Vlahovic e Kean elementi chiave, con 7 e 10 reti messe a segno in questa Serie A, trovando poi sponda nell'effettiva impossibilità - da parte di Thiago Motta e di Palladino - di rinunciare al proprio centravanti titolare.

Dusan Vlahovic
Vlahovic / Jonathan Moscrop/GettyImages

Vlahovic è stato fin qui l'elemento più utilizzato da Motta in campionato, quello col maggior minutaggio (1244 minuti) ed è evidente, come del resto si afferma spesso anche in ottica mercato, che il tema del "vice-Vlahovic" sia una criticità, data l'assenza ormai di lungo corso di Arkadiusz Milik e data la mancanza in rosa di un'altra prima punta di ruolo. La Fiorentina, in linea puramente teorica, avrebbe Beltran e Kouamé come potenziali sostituti di Kean ma è evidente che Palladino, fin da subito, abbia visto nell'attaccante arrivato dalla Juve un vero e proprio punto fermo, un elemento ideale su cui costruire il proprio attacco (sia col 3-4-2-1 iniziale che col successivo 4-2-3-1).

Vlahovic-Kean: vicini ma distanti

Irrinunciabili, dunque, accomunati dal ruolo e dall'anagrafe (entrambi classe 2000) e compagni di squadra per tre stagioni in bianconero, con poche occasioni per scendere in campo insieme e con numeri poco confortanti in tal senso. Una sorta di sfida allo specchio, all'interno di Juve-Fiorentina, che ci permette però ancor di più di scoprire differenze e traiettorie di carriera ben distanti: da un lato un Kean reduce da una stagione appesantita dallo zero alla voce gol fatti, a caccia di riscatto e di una nuova vita calcistica, dall'altra parte un Vlahovic chiamato inesorabilmente - e non da oggi - alla necessità di dimostrare giornata dopo giornata il proprio status di top player, per questioni di ingaggio - senz'altro - ma ancor di più per entrare definitivamente nel cuore di una tifoseria innamorata a metà, presa da costanti montagne russe rispetto alla considerazione dell'ex viola.

Moise Kean
Kean / Gabriele Maltinti/GettyImages

Da un lato la capacità di sentirsi nuovamente importante e "libero", dall'altra parte le pressioni, connesse innanzitutto al campo ma con il tema del rinnovo sullo sfondo, come riferimento costante (che fa da sponda poi a potenziali voci di mercato). Diventa evidente quanto, anche simbolicamente, per il centravanti serbo possa risultare vitale dare risposte concrete nella sfida di oggi, contro quel Kean che lui stesso ha contribuito a indirizzare a Firenze - coi suoi consigli ma ancor di più come concorrente - e contro il fantasma dei rimpianti che, a più riprese, ha iniziato a proporsi nelle analisi di mercato dei mesi scorsi, alla luce del rendimento di Kean.

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